ilBlog - zibaldone tra cultura, politica e versi sparsi
venerdì 18 aprile 2025
La cambiale pagata
domenica 9 febbraio 2025
Napoli è un trucco
domenica 8 dicembre 2024
Caino e Abele
Ciò che si elude pilatamente è una riflessione seria e sincera sulle ragioni della violenza a buon mercato dei loro aguzzini, sulla banalizzazione del male che ormai abbiamo sdoganata. Forse perché le ragioni di tale deriva sono scomode da ammettere. Piuttosto, chi si azzarda in analisi sociologiche corre il rischio di essere additato di qualunquismo; chi cerca di capire è accusato di giustificazionismo.
martedì 2 gennaio 2024
Fermatevi
mercoledì 1 novembre 2023
Una spremuta d'arancia
lunedì 10 luglio 2023
Addio Colin
Non ho saputo esimermi dal commentare quanto non sia degno di una testata giornalistica seria citare fantomatici bozzetti di Colin Chapman, riguardo una "familiare esclusiva", per giustificare l'oltraggio che la holding cinese Geely Holding Group (che ha acquistato il marchio nel 2017) sta facendo alla memoria di ciò che ha rappresentato il marchio Lotus nella storia dell'automobilismo. Si cerca forzatamente di tessere un filo con il passato Lotus, ma, in realtà, quel filo è stato maldestramente spezzato. Come me presuntuosamente credo la pensano in tanti, di certo i fortunati possessori di una Elise oppure di una Exige (per un brand ha ancora un valore il parere dei suoi storici clienti?).
venerdì 23 dicembre 2022
Matrimonio all'italiana
Il problema dell'Italia non è la destra, che ha divorato le menti e il cuore della maggioranza inerte del paese. La destra fa "la destra", attua meccanicamente ciò che ha in programma di fare (in modo militaresco), e ci riesce benissimo. Anche perché propagandare e mettere in pratica i disvalori di destra è molto più facile che seminare e fare fruttare i valori di sinistra: fare appello all'individualismo e alle insicurezze di una massa di individui è molto più semplice che far germogliare in essi il senso di comunità e la comprensione reciproci.
Il problema del nostro sventurato paese è, piuttosto, la sinistra, la sua colpevole sufficienza. Dalla morte di Berlinguer è iniziato il suo storico declino, come lo spegnersi di un faro della coscienza civile. Ma è dalla discesa in campo di Berlusconi del 1994 che la sinistra, invece di avere un sussulto, ha sventuratamente smarrito, e poi tradito, il senso della sua ragione d'essere: si è registrato un indietreggiamento graduale su tutti i fronti, una compromissione al ribasso che oggi è diventata corresponsabilità, complicità.
Un meccanismo perverso che Giorgio Gaber, nei suoi profetici monologhi, aveva ampiamente previsto: la dissoluzione in atto dell'individuo, dunque del popolo, quale pilastro della democrazia. Ciò che è più grottesco è che anche lui, scegliendo per moglie una donna forzista, avrà ceduto al compromesso, contrabbandando la parte più ideale di sé al demone affascinante della destra, sentenziando l'ineluttabilità e l'irreversibilità della degenerazione in corso.
venerdì 21 dicembre 2018
Via Orazio e il mito della caverna
domenica 7 ottobre 2018
Le dune di Sabaudia e Salvini
L’unico deficit assorbibile e sostenibile potenzialmente all’infinito da una paese è quello a favore della cultura e l’istruzione pubblica. Il peccato originale dei governi progressisti passati è stato di non aver fatto profonde riforme al riguardo quando sono state al governo. La finanza si governa dalle scuole, non dalle borse. Tale equivoco genera il sospetto e rompe il legame con le masse, favorendo la corruzione nel corpo morto dello stato.
venerdì 23 marzo 2018
venerdì 23 febbraio 2018
La falsa coscienza contemporanea
mercoledì 5 aprile 2017
Scusa
lunedì 16 gennaio 2017
Maradona spiegato ai non-napoletani
No, noi napoletani non siamo tutti impazziti. La passione viscerale della città di Napoli verso Diego Armando Maradona non è irrazionale, e non attiene nemmeno alla sfera sportiva - se non in minima parte. È una questione seria, profondamente razionale, e fin troppo logica per chi conosce la città. Napoli ha una atavica fame di giustizia, perché città storicamente depredata - e qui non si tratta di un semplice fuorigioco non dato - e continuamente ingiuriata. Perché Napoli non è civile, ma civilissima - basta vedere come vota alle elezioni, mai piegata al sistema -, perennemente (e non "endemicamente" come alcuni professionisti dei piani alti vanno ripetendo) macchiata da 'na manica e fetiente che fanno comodo solamente a tutti quelli che hanno bisogno di sciacquarsi la coscienza sporca, e hanno interesse a perpetrare la retorica della Napoli delinquente e senza speranza. Se Napoli, paradossalmente, fosse abitata da soli camorristi resterebbe comunque - ad oggi - in credito verso lo Stato italiano, come tutto il sud. Perché a leggerla la Storia - quella vera, non quella ufficiale stampata e raccontata per più di un secolo dai vincitori - viene il sangue alla testa. E allora Maradona, in tutto questo, è un gigantesco 'afammocc, è un sonoro chitemmuort, un comprensibilissimo e perenne c'ata rutt 'o cazz. Maradona è il Masaniello dei giorni nostri insomma, la reificazione dell'orgoglio di un popolo. Allora non è nemmeno esagerato il San Carlo per celebrarlo. Perché Maradona "è il giocatore più forte della storia del calcio" e la storia l'ha scritta qui, con Noi - e questa storia non la può cambiare nessuno. Quello che non ha capito Gonzalo Higuain, infatti, è che uno scudetto vinto a Napoli vale dieci scudetti vinti a Torino con la Juventus: se vinci uno scudetto con il Napoli entri nei libri di Storia, con la Juve, se ti dice bene, negli almanacchi sportivi.venerdì 7 ottobre 2016
La nuova religione, fatta di selfie e cavetti del cellulare
martedì 30 agosto 2016
L'universo in 4 minuti
lunedì 19 gennaio 2015
L'isola che non c'è
È la crisi più grave che stiamo vivendo, e di cui nessuno parla: abbiamo smesso di sognare. O, peggio, abbiamo ormai vergogna a dichiararci sognatori. Si dirà “i sogni sono un lusso di chi se li può permettere”. Ma quanti gran signori sono solo dei poveracci, e quanta povera gente dei gran signori. Le cose più preziose che abbiamo, l’amore, la passione, l’immaginazione, non si comprano. Ma a furia di sentir parlare di finanza ed economia, ce lo stiamo dimenticando; come se la qualità di vita si misurasse con gli indici di borsa. “Un vincitore è solo un sognatore che non ha ma smesso di sognare” diceva Mandela. Non si tratta di arrivare primi. Non è il traguardo che conta, ma la strada. E questo viaggio che chiamiamo vita è più lieve seguendo la scia alta dei sogni invece di strisciare. Sognare è una prerogativa dell'uomo, non un capriccio puerile. Se ci siamo evoluti e progrediti nei secoli è perché qualcuno, da qualche parte, non aveva mai smesso di credere al proprio sogno. “Ogni volta che un bimbo dice: 'Io non credo alle fate', c'è una fatina che, da qualche parte, cade a terra morta”, diceva Peter Pan. Pensiamoci quando giochiamo distrattamente e svogliatamente con i nostri figli o con i nostri nipoti. I bambini quando giocano fanno la cosa più importante che c’è nella vita, sognano. Quello è il momento più importante e sacro che c'è. Se noi, invece di insegnare continuamente ai bambini a diventare adulti imparassimo dai bambini l’incanto per la vita che abbiamo dimenticato, il mondo sarebbe un posto bellissimo... l’isola che non c’è.



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