mercoledì 5 aprile 2017

Scusa

Non apriranno i Tg con la notizia della tua morte. Né ti dedicheranno una strada. Non faranno funerali di Stato per te. Eppure sei una vittima di Stato. Non è vero, infatti, che ti sei suicidata: sei stata uccisa dalla retorica e dall'ipocrisia di Stato, quindi, di tutti noi. Per questo non ti dedicherò una invettiva sul marcio dei nostri tempi o parole commosse. Il silenzio dovrebbe accompagnare la tua morte, così come ha accompagnato la tua giovane vita. Chi nasce in certi contesti è condannato a delinquere o all'oblio. Lavarsi la coscienza dopo è fin troppo facile, come scrivere queste poche righe. Più difficile è la testimonianza concreta ogni giorno della tua memoria. Scusa.

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