venerdì 23 febbraio 2018

La falsa coscienza contemporanea

Lo strumento televisivo è stato il catalizzatore della falsa coscienza contemporanea. Dove c'è zapping nevrotico e compulsivo non ci può essere reale approfondimento. Un libro ti parla anche da chiuso; la televisione, invece, non ti parla, trasmette. Da spenta è un complemento d'arredo, o meglio, un oggetto senza il complemento.
È possibile fare televisione di qualità, ma, in un dibattito, chi conosce lo strumento, può avere la meglio dialetticamente su chi ha argomenti più qualificati. Quindi, è in sé uno strumento improprio per certe tematiche, in quanto rende tutto opinabile (non a caso è perfetto per raccontare il futile, che gli somiglia). Falso ontologicamente, quindi da non prendere troppo sul serio comunque, anche quando professa il giusto. I social network hanno moltiplicato all'infinito tale universo di falsa coscienza -  teoricamente comprendendone uno per ogni individuo - e, possibilmente, sono ancor più subdoli, perché hanno sostituito all'eterodirezionalità (a suo modo governabile) ed all'impersonalità del mezzo televisivo una parvenza di protagonismo dell'Essere, che è oltremodo nocivo. Contraddicono, anch'essi, l'ispirazione ad essere strumento di comunicazione e relazione, limitandosi a trasmettere una massa parcellizzata ed autoreferenziale, e, dunque, ancor più amorfa, asociale.



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