Versi e righe sparse

22 ottobre 2022

Un giorno in più
Il limite precipita sull'orizzonte umano, e cela
la vena che scorre, e porta alla fonte

vertigine cieca, sul lembo di un mare
vagito strozzato
un segno
rappreso, nell'ora che incombe

saranno scarni e tanto cari
saranno incantati e, forse, non vani
i giorni precari alle soglie del cielo
migliaia e migliaia
appese chissà dove

un altrove che è sempre
un oggi che non è mai


4 luglio 2020

Nadia
Nell'angolo, dove tutto finisce
c'è silenzio
un graffio sul muro lasciato a gelare
e un calore, che non si arrende

dagli il fianco
esulta al giorno
dagli il tuo fiato

non basterà
ma sarà per sempre



28 maggio 2020

Io parto, e non più dissi
Io parto, e non più dissi
a te lascio, nel ventre di un ristoro
calce, e un mucchio di cadenze, arse

io sono vittima, io sono carnefice
del cuore immondo che mi ferisce, che mi appartiene

non mi dà pace, non mi rassegno
la scala del martirio tuo, del mio naufragare
abbi pietà, se di vita si tratta
abbi pace, se di morte vivremo

io t'ho amata, io t'ho uccisa
tu sei viva, più che me stesso

ci proverò, invano
come langue il sole a mezzogiorno
e ti ritroverò, sempre
come fa chi abbandona sé stesso

tu sei viva, più di me che ti ho messa al mondo
abbi cura di te
come io del mio desìo
a tre passi da te, a tre passi da tutto


6 dicembre 2019

L'eclissi
Dove l'hai perduta?
In un marzo
con il vento rinchiuso in una scatola di cartone
gli squarci tesi tra le pleiadi e il domani
gomitoli d'offese vaghe, riposti come inni del tuo andare

pregano di non dover spiegare
pregano di non dover salutare
pregano perché in fondo è normale

tu l'hai perduta altrove
sospinta tra le foglie di rame
mentre tutto attende
con ciliegie su una fetta di pane
ed il mondo alle grate

offendi tu pure
dai la zuppa al cane, fallo abbaiare
io lo farò comunque
mentre si dimena e assale, come fosse normale
un altro spiraglio a lato del cuore
forse più lontano di quanto appare
forse non troppo per poterci provare

tu vienimi a prendere
ma solo per ballare
solo per poterci, poi, stancare

prepareremo il letto buono
metteremo alla finestra un ricordo di ieri
non facciamo altro che andare
non facciamo altro, ed io vorrei solo tornare


19 agosto 2019

La vita persa
Vieni distante da me
vieni giocando piano
salvami ancora
protendi i rami della vite
io mi saprò ubriacare

gambe e attese
note d'oro su catrame nero
tutto è futile se lo pensi, tutto serve se lo credi
e nulla segue il sole oltre il suo calare
solo uno stupido vociare

tu baciala sempre
baciala comunque, lei si schernisce e vola
fosse vero sarebbe un prezzo caro da pagare
un rimedio inutile da cercare

riposa ora
come l'angelo che attende i suoi peccati
l'onda che si infrange nel suo mare

amore è lasciar andare


8 agosto 2019

Le colonne d'Ercole
Le hanno viste le anime rincorrersi
sospese dove la pietra giace
arresa a se stessa, senza cuore, senza male
un viaggio di sola andata nella storia
come un fuscello s'invola altrove, dove una parola vale niente
dove un viatico è per sempre
un saluto è per l'oggi
ricordati di essere, che la pietra non lo saprà
mai



28 febbraio 2019

Il vilipendio
Hanno mani gialle
riarse dal sole
e sogni facili
come vele del maestrale
eppure ciarlano e dicono
sospinti da un vino flaccido di certezze
sono uomini e donne e vanno ringraziando la fortuna
che li ha fatti vivi e li ha fatti vili
fanno somme ma non sanno contare
fanno discorsi ma non hanno parole
certi
che tocchi a loro
sicuri di fare il gioco
biechi e bari
sordi e ignari
Tiche li ha visti e ride
brinda e li consola
la vita li fa vivi, la vita li fa vermi
a chi si veste d'oro gli dà ristoro
a chi contorce il cuore un sogno e un fuoco
nuovo



28 febbraio 2019

La giovinezza
Tra le case e il cielo
di un vicolo stretto
la terra trema
col rimbombo di millenni
e le cosce chiuse di una minorenne, troia
si nega e cerca vita giovane
tra le case e il cielo fermo
di un vicolo vecchio



28 febbraio 2019

Risacca d'estate
Spuntoni di vita
con l'anima di cemento

distesa di intonaci gonfi
e un silenzio di folle
come rivoli al mare

un'ombra si aggira
ha il nome di tutti

un coro inesausto
di bronzee campane

e lo scempio assale
ai piedi del figlio
cieco di noia e morte
che di sangue vivo pasce un agnello
vivido e uomo
più dell'uomo

aspetta e geme
guarda distratto verso il mare, e gioca


28 febbraio 2019

La resa
La resa ha tante facce
una per ogni uomo
risale la ressa al cielo
dispotico rimane il vuoto
di un angolo perso davvero
mentre chini si resta a volere
un infarto purché sia vita
un ignobile senso sospeso
tra le regole assunte a maniera
come forme svuotate di cera
tra le rughe di cento rimpianti
come l’ombra ti viene a baciare
forse abili più di ieri
siamo fragili armi alla contesa
impari è il sogno dei vinti
misero il trionfo dei santi
cercami altrove se mi ami
non tra i ricami di sera
attese più lunghe ci sono
che gli uomini non sanno pensare
vortici caldi e prigioni
di ben altre imprese provate

pulisci la strada se passi
ti resta l'esempio di un cane
privato di ogni padrone
questo ti basta se lo fai bastare



8 novembre 2018

I folli
Cosa un figlio
dovrebbe capire
che cosa un padre
perdonare

nelle pieghe affannate
nulla aspetta
gli astri appesi
non hanno che questi occhi,
che si guardano

fottiti vita
lisciati il pelo nel verso che ti pare
la rogna dei folli
è un modo di restare

non potrò averti
tu non mi avrai

le verità mischiate al sangue
le ombre legate al cielo
fitte come i morsi d'autunno
negli uffici al neon

tu lo vedi e non lo dici
lo conosci e non lo chiami
voltati e sogna
ritorna cos'eri


15 ottobre 2018

Vento alto
Il vento alto se ne frega
erompe e infrange
detta

all'alba il silenzio insegna
all'onda la triste vela
che partir si può e mai andare
scampando i resti e poi morire

e ad ogni fiato ricama un filo
in ogni petto annega un fiume
si innalza altrove e quieta e pace
non cerca tregua, ripete
vivi


11 ottobre 2018

Il vespro del mondo
L'osceno ha il cuore del mondo
una verità indivisa
sorretta dal primo vento
bacio di un vespro lontano
come neve tra le mani
si arresta prima del vero

arrenditi oh madre
rassegna le insegne del tempo
attendi
che il ritorno ti sia lieve
e calmo giace il lampo
riposto in candida quiete
ama


8 ottobre 2018

Danza
E non c'è niente che ti possa ferire
nulla che possa bastare
niente che possa salvare
se non il soffio di vita
rappreso al cuore

confuso, raggelato o steso al sole
a danzare
il tempo rubato da non rinnegare
un fiume dorato in cui volersi annegare
il giorno qualunque da ricordare


8 settembre 2018

La giostra
Tra i bambini che girano
c'è il destino che gioca

come il vento si infila
in questa pineta
e pesca
dal mare calmo l'afa dei giorni
un gioco inumano
di un aquilone pazzo, costato due lire

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L'amore non si sceglie. E se si sceglie non è amore.

L'amore non si cerca, l'amore ti sorprende.

Amore è sadico: raramente scocca due frecce di seguito.

È amore quando prendi in braccio l'altro e ti senti più leggero.

Non mi risulta che i cari defunti leggono le bacheche di Facebook e Instagram, a voi si?

Il Meridione d'Italia non è stato liberato, ma colonizzato, dunque tradito e saccheggiato.

Il neoliberismo considera la società come una somma algebrica di individui guidata dal principio di economia del sistema, il socialismo come una somma olistica di persone guidata dal principio di moralità del sistema. La degenerazione di questi paradigmi conduce il primo ad essere un sistema fratricida, il secondo ad essere un sistema utopico. Nessuno dei due si configura, comunque, come nocivo aprioristicamente; sono entrambi sostenibili se governati nell'interesse esclusivo della comunità. Se ne deduce che l'etica è imprescindibile e sovrintende a qualsiasi organizzazione tra uomini.

La paura è iscritta nella grammatica stessa della destra, perché foraggia il conservatorismo rassicurante a cui aspira, mentre l'ideale progressista destabilizza lo status quo. La paura è dunque fulcro fondamentale della legittimazione di destra e si configura come la leva di potere da essa privilegiata. Questo genera un cortocircuito nei sistemi di governo destrorsi in cui le classi dominanti per conservare il proprio status hanno interesse a fomentare insicurezza e paura diffuse a proprio esclusivo vantaggio, sabotando il progresso sociale.

La tecnologia è fintamente una conquista democratica. Essa è sommamente autocratica, perché trasferisce la sua automazione all'uomo, rendendolo un automa. L'intelligenza artificiale risponde ai bisogni dell'uomo in modo impeccabile, meglio di quanto egli stesso possa fare, senza la necessità per lui di capire, assimilare, "comprendere". Ecco, dunque, che il mondo diventa altro da se stessi, un'appendice amorfa e apatica che ci detta il presente: il soggetto diventa l'oggetto, perde la sua funzione e, infine, lo scopo. E, quando tutta l'esperienza che serve per vivere sarà contenuta perfettamente in un algoritmo di un data base, avremo smesso di vivere. Quella sarà la fine del genere umano. Con buona pace della nostra superbia che si era servita di essa per i suoi scopi.

Siamo nell'alter-medioevo, tra gli ultimi rantoli di un Dio fin troppo umano, e l'incombere di un Dio inumano: la tecnica. Urge un nuovo umanesimo, un redivivo Rinascimento.

La vita è il mare aperto, il lavoro la barca che fa restare a galla, la passione la vela che orienta la rotta.

Con l'IA il destino dell'Uomo deraglia: da centripeto e lineare, dunque in qualche modo eterodiretto, diviene centrifugo e storto.

Chi semina paure raccoglie consensi.

Chi è causa del suo mal vota se stesso.

La terra è rotonda, il mondo è piramidale.

Le religioni sono la stampella delle miserie umane. Ma, fintantoché ci sono, l'uomo non imparerà a zoppicare.

Le religioni sono archeologia spirituale. Sono una risposta arcaica alla domanda ancestrale sul senso della vita. Una risposta che sarà sempre più anacronistica e, quindi, insostenibile con il passare dei secoli, fino a sparire del tutto, salvo travisarla e travasarla pateticamente nel tempo futuro.

Le religioni spiegano il tutto senza comprendere nulla. Le scienze comprendono qualcosa senza spiegarsi il tutto.

La solitudine è restare senza parole. L'arte dà voce alla solitudine universale.

Il talento artistico è un dono che si sconta con la vita. L'artista è solo lo strumento attraverso cui si realizza un destino più grande di lui.

Il principe Myskin di Dostoevskij in parte si sbagliava: la Bellezza non salverà il mondo, in realtà la salva tutti i giorni. Quando un violoncello attacca in un teatro gremito, quando l'ultima pagina di un libro è girata trepidante, quando il celo s'infiamma prima di sparire nella sera, lì c'è un uomo che salva se stesso, e con lui il mondo. Un'infinità di impalpabili atti di r-esistenza, di una moltitudine anonima di umanità, che salvano il mondo quotidianamente dalla barbarie.

La musica mainstream odierna è come Sordi che indossa la gonna per farsi seguire per vendere bolle di sapone


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