domenica 9 febbraio 2025

Napoli è un trucco

Napoli vive da sopravvissuta. E il fatalismo di un sopravvissuto è la cifra della sua maschera tragicomica. L'ombra del monito fatale si allunga perenne sulla città, ogni giorno ha il sapore dell'ultimo. Quindi essa vive "alla giornata", che non significa vivere con leggerezza, ma, al contrario, in profondità, come il sangue magmatico che le dà sia la vita che la morte. Una poetica della precarietà sedimentata in millenni, un esorcismo collettivo che è un antidoto alle distorsioni e alle distrazioni del mondo. Napoli è un trucco sgamato, una magia a cui necessariamente ciascuno crede. È la più vitale delle città, perché è la più precaria tra esse. Ccà se more è il suo inno, che è un inno disperato alla vita. La sua gioia è un sussulto di gioia, il suo bel mare un'onda di malinconia.


domenica 8 dicembre 2024

Caino e Abele

La rituale e pubblica santificazione dei ragazzi uccisi dalla movida violenta cala sulla loro atroce sorte un velo lordo di ipocrisia. Le messe cantate per dipingerli come angeliche vittime non omaggiano la loro memoria, ma la oltraggiano, occultando cinicamente tra l'incenso le nostre responsabilità. Sono un modo di lavarsi la coscienza, frapponendo una vile distanza tra loro e noi. La loro quotidiana normalità è stata freddata, non la loro santa eccezionalità, una normalità che oggi, colpevolmente, viene oltraggiata e non siamo in grado di garantire. 

Ciò che si elude pilatamente è una riflessione seria e sincera sulle ragioni della violenza a buon mercato dei loro aguzzini, sulla banalizzazione del male che ormai abbiamo sdoganata. Forse perché le ragioni di tale deriva sono scomode da ammettere. Piuttosto, chi si azzarda in analisi sociologiche corre il  rischio di essere additato di qualunquismo; chi cerca di capire è accusato di giustificazionismo. 

lunedì 26 febbraio 2024

La Meloni e il coniglio

 

In merito al disegno di legge sull'autonomia differenziata c'è una legittima preoccupazione da parte dei cittadini del Sud Italia. Il dibattito pubblico al riguardo, con lo scontro tra il Presidente del Consiglio Meloni e il Presidente della Regione Campania De Luca, ha invece assunto toni grotteschi che umiliano, innanzitutto le istituzioni, ma soprattutto la sacrosanta pretesa di assistere ad un serio confronto tra le opposte ragioni. 

La manifestazione a Roma, promossa da De Luca con un manipolo di sindaci, non ha ricevuto udienza dal Governo, servendo fatalmente solo al teatrino delle parti. Ma chi governa ha il dovere di non sottrarsi allo scontro d'idee, pur se mosso strumentalmente. Alla Meloni si chiede: è la riforma dell'autonomia differenziata rilevante per il futuro dello Stato? è, inoltre, la Campania una Regione cardine per il traino del Mezzogiorno, e, dunque, del paese? Se la risposta è si, ebbene, non scappi dal confronto pubblico richiesto da De Luca a proposito. Il dibattito in Parlamento si è dimostrato quantomai inadeguato, in quanto i diversi partiti, al loro interno, hanno mostrato diverse posizioni in merito, trattandosi di questione non di appartenenza politica, ma territoriale. Dunque, per rivendicare le ragioni del Governo sul disegno di legge, è auspicabile un suo confronto diretto con i rappresentanti politici promotori del dissenso, De Luca in primis. 

I cittadini hanno il diritto di assistere ad un dibattito serio su questo tema così determinante per il futuro del paese. Se si sottrae, vuol dire che la Meloni, di fronte al destino dell'unità d'Italia, che tanto dice di amare, scappa. Scappa di fronte alle proprie responsabilità esattamente come il suo Duce, travestito da coniglio per raggiungere la frontiera.