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sabato 5 marzo 2022
L'Europa ha un solo grande futuro, dietro di sé.
Stupiti,
scopriamo in questi giorni che Putin è un pazzo sanguinario. Tutto giusto,
quindi inutile ripetere ciò che è di dominio pubblico su di lui e la sua criminale invasione ucraina. Ma, di quanto la NATO -
cioè gli americani - sia corresponsabile di questa guerra annunciata, pochi,
nelle testate occidentali, parlano, e quei pochi che lo fanno vengono additati
di lesa maestà.
Gli USA provocano consapevolmente e sistematicamente la Russia dalla fine della seconda guerra mondiale, polarizzando il quadro internazionale e schiacciando l'Europa in una morsa, avvantaggiandosene politicamente ed economicamente. A confermarlo ci sono le parole dell'attuale Presidente degli Stati Uniti Biden che, riguardo all'incauto allargamento ad est della Nato, disse nel 1997: "Io penso in primo luogo che l'ammissione a breve termine nella NATO degli Stati Baltici provocherebbe delle conseguenze negative nei rapporti NATO e Russia, tra USA e Russia. Se mai esistesse una circostanza capace di far propendere verso una reazione vigorosa e ostile la Russia, sarebbe proprio questo".
Per queste ragione gli Stati
europei dovrebbero, con un colpo d'ala, sciogliere la santa alleanza con gli
americani, uscire dalla NATO e federarsi - finalmente - negli Stati
Uniti Europei, dichiarandosi neutrali. Il Patto Atlantico è un abbraccio
mortale che avvantaggia solo gli Stati Uniti d'America, ergendoli a guida
dell'Occidente. Ma questa autorevolezza sugli altri Stati è arbitraria, uno status ereditato come bottino di guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale e esercitato con protervia nei decenni a seguire.
Al
contrario il popolo statunitense ha pochi primati di cui vantarsi. L'americano medio è
gonfiato sin da piccolo da un nazionalismo becero ed è fieramente arrogante
rispetto agli altri, ergendosi impettito su chiunque provenga da un altro paese - e non si comprende su che basi: un paese relativamente
giovane - dunque un nano della storia - la cui genesi racconta di uno sterminio
degli indigeni propagandato per "conquista del west". L'imprinting è
dunque quello di conquistare e depredare ammantandolo di eroismo. E, forse, l'arroganza USA è sintomo proprio di un inconscio complesso di inferiorità verso gli altri paesi.
Ed
hanno ragione a sentirsi tali. Non hanno nulla da insegnare all'Europa o alle altre regioni del mondo, nessun
primato da sventolare orgogliosamente, se non quello esibito attraverso la bruta forza
militare. Sono una costola della millenaria civiltà mediterranea, un surrogato
ignorante venuto pure parecchio male. Avrebbero dunque bisogno di una
gigantesca seduta psicoanalitica di massa. A fargliela - inascoltati - ci hanno
pensato alcuni loro grandi intellettuali, che, infatti, appartengono tutti alla
controcultura. Sono i "non allineati" al mantra comune del sogno
americano. In verità, il grande sogno americano è un bluff sul tavolo da gioco
del mondo, un incubo. La tanto osannata democrazia americana è una farsa, il
loro modello sociale lo è. Una società armata fino ai denti, strada per strada,
pianerottolo per pianerottolo e divisa in caste: una manciata di Paperoni e una
massa nevrotica di acquirenti compulsivi. Tutto è profitto, tutto fa business,
finanche la salute (se non hai la possibilità di pagarti un'assicurazione
sanitaria ti lasciano crepare!). Nelle grandi metropoli americane, così come nelle loro
sconfinate praterie, hai l'impressione che se chiudi i grandi megastore non sai
dove andare. Il Dio denaro diffonde la sua legge amorale su ogni cosa e le
pecore vanno dove vuole il cane. Cosa avremmo da imparare dal vuoto benessere
che ci propagandano giornalmente? Per bombardare altri Stati non servono
necessariamente i missili e e truppe, bastano il marketing, le big tech, le bibite gassate.
Inoltre,
la comune solfa che dobbiamo essergli eternamente riconoscenti per averci liberati dai
tedeschi durante la seconda guerra mondiale è un falso storico. Il nazifascismo che infestava l'Europa fu sconfitto da un'alleanza eterogenea di paesi, tra cui Ighilterra e, soprattutto, la Russia
(Auschwitz e Berlino furono liberate dall'Armata Rossa): quindi dovremmo essere
riconoscenti e genufletterci a vita anche ai russi? Eppure, proprio perché
"bombardati" da decenni di propaganda filostatunitense e di film propagandistici hollywoodiani, dove
c'è sempre qualche yankee che, all'ultimo respiro, salva il mondo dalla catastrofe, alla domanda su
chi abbia sconfitto i tedeschi nel secondo conflitto mondiale, i più rispondono
candidamente "gli americani", dimenticandosi degli altri.
Comunque sia,
essere riconoscenti non significa essere sudditi, le cambiali non durano in eterno. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, invece, gli USA,
con il pretesto di "difendere gli alleati e la libertà", hanno piantato
la propria bandiera e le proprie truppe in tutta Europa. A che titolo? per
difendere quali interessi, e di chi? L'Europa non ha bisogno degli USA per
progredire e gestire la propria politica estera. Ha bisogno, piuttosto, di liberarsi dalla
arbitraria polarizzazione dei blocchi USA-URSS che la stritola, emanciparsi e stabilire una
terza via, la nostra.
Se anche
la NATO non c'entrasse nulla con l'invasione dei russi dell'Ucraina, ma questa
fosse solo il frutto dell'interventismo di un nevrotico assassino, sarebbe
comunque un'irripetibile occasione per cambiare la Storia ed immaginare un
futuro diverso per l'Europa e, dunque, per il mondo intero. Non sarebbe un
voltare le spalle al popolo ucraino, ma il modo per salvare tutte le Ucraine di
oggi e di domani. Potremmo tornare ad essere il faro del mondo e non vivere di
riflesso, come facciamo oramai da troppo tempo.
Che
farebbero gli amici americani rispetto a ciò, ci bombarderebbero? ci
sanzionerebbero? Allora
tanto vale ammettere che la NATO è un ricatto, non una federazione paritetica
di Stati. Gli americani non potrebbero che prendere atto di una svolta del
genere, allineandosi. Nello scacchiere internazionale hanno bisogno di noi
almeno quanto noi di loro. Cambiare il paradigma non solo è possibile, è
doveroso. Lo dobbiamo agli ucraini di oggi e a quei nostri patrioti che contribuirono
più di ogni altro a liberarci dal nazifascismo e che scrissero in Costituzione
"l'Italia ripudia la guerra". Nel caso specifico, bisogna trattare direttamente con la Russia per il ritiro dall'Ucraina, intavolare accordi di pace lungimiranti che tengano conto dell'interesse comune ad avere proficue relazioni di vicinato, senza faziose ingerenze esterne.
A causa del deterrente nucleare risulta comunque improbabile un coinvolgimento
diretto statunitense sul campo - gli apparati americani sono abituati a giocare col
fuoco, ma lontano dalle loro case. Ciò che interessa unicamente agli americani è rinnovare il proprio status di guida all'interno della NATO e
a livello internazionale. In questo le tensioni che ciclicamente flagellano il
nostro tempo li aiutano. Tensioni, quindi, il più delle volte create ad arte,
come lo scientifico avanzamento ad est della NATO negli anni. Nel loro Risiko
ideale, il mondo è diviso costantemente in due: i cattivi, i rozzi russi e cinesi, e i
buoni, loro, gli "illuminati", e noi a scodinzolare affinché il
padrone ci porti a pisciare. L'Europa ha l'obbligo morale di fronte alla Storia
di sabotare questo meccanismo perverso. Parafrasando una vecchia battuta sul
matrimonio, la NATO è la capacità di risolvere in tanti i problemi che da soli
non avremmo. L'Europa ha un solo grande futuro, dietro di sé. Si riappropri della sua Storia, del suo immenso patrimonio di civiltà sedimentato nei milleni, per guidare un nuovo umanesimo.
In coda, un
grazie al giornalista Marc Innaro, corrispondente da Mosca della RAI,
stranamente sparito dai palinsesti dopo aver semplicemente allargato
l'orizzonte d'analisi della guerra in corso oltre le conclamate nefandezze di
Putin, tirando in ballo anche le responsabilità della NATO. Altro
doveroso ricordo al compianto Giulietto Chiesa che, come Cassandra, andava
denunciando tutto questo in tempi non sospetti, quando Putin dormiva ancora nel
letto del nostro Presidente del Consiglio in Costa Smeralda e la nostra destra
ne tesseva le lodi di grande statista, ergendolo ad esempio per l'intera Europa.
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