mercoledì 23 marzo 2016

Bruxelles e gli schiavi della paura

Premesso che una cosa è cercare di capire e un'altra è giustificare, e che nulla giustifica degli assassini, il terrorismo e i rifugiati in casa nostra sono il risultato di una politica occidentale, interna ed estera, scellerata e criminosa che va avanti da un trentennio. Dai tempi di Bush senior "esportiamo la democrazia" con le bombe e violentiamo e saccheggiamo il medio oriente e interi paesi africani per i nostri interessi economici (in realtà lo facciamo da sempre). Se avessimo veramente voluto aiutare quei popoli a progredire oggi non avremmo milioni di profughi in fuga e l'Isis non avrebbe avuto ragione di esistere: non s'è mai visto un terrorista che attacca l'Europa perché fuori casa sua gli "infedeli" hanno costruito scuole e ospedali per i suoi figli. Prima che l'interventismo occidentale diventasse prassi consolidata (ed accettata dai cittadini) il terrorismo jihadista non esisteva, e questo è un dato di fatto: Bush junior ha superato il padre invadendo l'Iraq con il pretesto di prove false (e noi dietro a lui), in Afghanistan ormai siamo di casa, Sarkozy ha bombardato la Libia per per un bieco calcolo elettorale destabilizzando un'itera area, etc. L'Isis non ci ha dichiarato guerra, siamo noi che abbiamo dichiarato guerra all'onestà intellettuale da tanto tempo.

Detto questo, questi criminali non ce l'hanno prettamente con l'Europa. Il loro delirante fanatismo travalica i nostri confini, configurandosi anche come una guerra tutta interna al complesso mondo islamico, colpendo paesi come India, Pakistan e Nigeria (è un fatto che la maggior parte delle vittime del terrorismo islamico sono mussulmani). È una battaglia ideologica totale, un virus che ha avuto vita facile a proliferare in organismi debilitati come le nostre democrazie. Questi cani rognosi, infatti, sono cresciuti nelle nostre periferie umane, non vengono da lontano. Questo bisogna averlo bene in mente quando si avanzano analisi e soluzioni: non è una minaccia che viene da fuori, da altrove, ma da dentro di noi, è il frutto di un fallimento nostro. Tali deliri ideologici hanno attecchito e fatto proseliti nelle nostre capitali perché il nostro modello socio-economico è fallito ed è al collasso, il cancro si manifesta in un corpo corrotto: la nostra civiltà non sta degenerando perché c'è il terrorismo, c'è il terrorismo perché la nostra civiltà è degenerata. Dunque, per debellare un cancro bisogna cambiare stile di vita, ripensando l'intera struttura della nostra società, con le sue insopportabili disuguaglianze e ingiustizie; approcciare vere politiche di integrazione e, soprattutto, di sviluppo culturale della masse. Non è un esercito di sociologi che ci libererà dal terrorismo, ma prima si inizierà a investire in questo senso prima ci libereremo da questo incubo. Purtroppo, in Italia, conosciamo bene questi fenomeni degenerativi: le mafie pescano manovalanza nelle voragini esistenziali lasciate dallo Stato assente, dove la prepotenza e la corruzione morale non trovano anticorpi all'altezza. La nostra democrazia è inerme difronte a questi fatti perché immatura, è ferita perché è debole. Stiamo ancora piangendo i morti del terrorismo nostrano degli anni settanta e delle stragi degli anni novanta senza aver assicurato alla giustizia i mandanti e pensiamo di avere l'integrità e la capacità di affrontare seriamente una prova del genere? Se si tratta di terrorismo ideologico è sul piano culturale che si combatte questa guerra del nuovo millennio, e si combatte in casa nostra, non su qualche altura o deserto mediorientale. E la cultura insegna che la paura fomenta l'ignoranza che a sua volta genera l'odio, e tutto questo crea gli schiavi moderni. Se l'Isis è arrivato ad avere una forza e una diffusione tale è anche perché serve al potere costituito a legittimarsi per l'ennesima volta e a rifarsi una credibilità ormai logora; questi cani imbottiti di odio sarebbero spazzati via in un attimo se non fosse così. Crediamo davvero che sia plausibile che un'ora dopo gli attacchi all'aeroporto di Bruxelles la metropolitana fosse ancora aperta e la gente non fosse stata messa al sicuro? La paura è il vero detonatore in mano agli attentatori, chiediamoci, piuttosto, chi sono davvero i mandanti e i complici.
Dobbiamo pretendere dai nostri governanti una politica diversa, sia interna che estera; diffidate da chi predica la paura e costruisce muri. Bisogna investire in un nuovo umanesimo, laico, progressista; dobbiamo liberarci della nostra cattiva coscienza, solo così ci libereremo dei nostri fantasmi. Give peace a chance.

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