lunedì 21 settembre 2015

Chi semina vento raccoglie tempesta

La crisi migratoria in atto, che condizionerà pesantemente il prossimo futuro, era solo questione di tempo. Milioni di persone in procinto di fuggire dal nord Africa e dal martoriato Medio Oriente non sono invisibili: quindi, o l'Europa ha colpevolmente sottovalutato il problema per decenni, o, molto più probabilmente, questo era l'inevitabile costo da pagare per ben più importanti interessi. È fuori di discussione che dietro la destabilizzazione recente dei paesi della fascia del Mediterraneo ci sono interessi europei e statunitensi. Con il pretesto di sovvertire dei feroci tiranni e terroristi - con cui si fanno affari fino al giorno prima - si è operato nel tempo in Iraq, Kuwait, Afghanistan, poi in Libia, Egitto, Tunisia, Siria, e Ucraina (quest'ultima meriterebbe un discorso a parte). Anche Kim Jong-un è un feroce dittatore, ma nella sperduta Corea del Nord nessun paladino della libertà è andato mai a sparare un mortaretto... strano. Se nel Medio Oriente l'Europa ha più subito "l'interventismo" della politica estera dell'alleato USA piuttosto che esserne davvero protagonista, in Africa ha invece delle responsabilità dirette: l'attacco scriteriato nel 2011 dei francesi alla Libia è solo l'ultimo esempio. Sono tutte crisi indotte, e mai realmente subite. Queste folle di disperati che fuggono dai paesi d'origine sono il prodotto di decenni di sfruttamento e di crimini perpetrati in Africa e in Asia da noi; l'Occidente non è vittima, ma carnefice di tutto quanto accade. Ad esempio, come ha ricordato anche il «Wall Street Journal», i terribili ed esecrabili miliziani dell'Isis, che stanno spargendo il terrore ovunque, in origine sono stati occultamente finanziati e armati dagli USA per combattere in Siria contro Assad. Il piano sovversivo è ovviamente miseramente fallito, e ha fomentato un gruppo estremista ormai fuori controllo. Lo stesso accadde negli anni '80 in Afganistan, quando, per contrastare l'invasione russa nel paese, furono addestrati e finanziati i mujahidin che poi andarono a formare Al Qaeda. 



Fatto pace con la Storia, quello che risulta maggiormente inaccettabile ora è l'afflato misericordioso che, improvvisamente, da qualche settimana sembra pervadere i nostri Primi Ministri al cospetto dei profughi, Merkel in primis. Quello che realmente pensa la Cancelliera dell'immigrazione di massa da quei paesi l'ha detto in televisione rispondendo perentoriamente ad una bambina palestinese a luglio scorso (lo stesso vale per Holland che a giugno ha respinto i profughi alla frontiera di Ventimiglia). Fu rude, ma almeno sincera. Cosa è cambiato in questi tre mesi? Ha fatto improvvisamente i conti con la propria coscienza? No, ha fatto semplicemente i conti! Questo fenomeno migratorio eccezionale va avanti da qualche decennio e in tutti questi anni ci sono stati migliaia di morti. In tutto questo tempo l'Italia è stata lasciata da sola a fronteggiare questa miseria umana nella sostanziale indifferenza internazionale. Era "questione italiana" si diceva. Finché l'unico fronte da dove arrivavano questi disperati è stato il Mediterraneo,  la situazione è rimasta immutata, e lo sarebbe rimasta anche in futuro. Ma da qualche settimana il fronte si è allargato ad est, sulla terra ferma; e sulla terra ferma non si affonda, ci si accalca all'inverosimile alle frontiere fino a sfondare i confini prestabiliti. Non potendo più ignorare l'emergenza la Merkel cerca solo di fare buon viso a cattivo gioco, sfruttandola a suo favore per accreditare alla Germania una leadership morale in Europa (che non ha), oltre a quella economica. Un'operazione di maquillage dopo il cinismo mostrato nella gestione della crisi greca. Qui di presa d'atto e di coscienza della tragedia non c'è nulla, nessun ravvedimento cristiano. La cosa più preoccupante è che non vi è alcuna politica comunitaria in proposito e l'Europa si dimostra, ancora una volta, una somma di egoismi e di interessi incrociati. I paesi del nord Europa ovviamente, a differenza della Germania, non hanno nulla da guadagnarci in termini di immagine da questa emergenza, e, quindi, si oppongono e si opporranno strenuamente alla distribuzione dei migranti. Fanno appello a leggi comunitarie antiquate che li sollevano da ogni obbligo in proposito. Possono solo essere ricattati (economicamente?) al tavolo delle trattative, anche se è abbastanza difficile, data la loro florida condizione attuale. La Bonino ha sottolineato qualche giorno fa come in Europa manchi manodopera. L'unica leva per far "digerire" a tutti questa marea di donne, uomini e bambini è prospettare la creazione di un nuovo sottoproletariato d'importazione, nuovi schiavi moderni che serviranno nei prossimi decenni nella competizione sul mercato globale, e per uscire dalla crisi economica. Così fu per l'antica Roma, così per il "sogno" americano, così per il boom cinese. E così sarà anche stavolta per questa povera gente a cui resterà il "sogno" di una vita migliore... perché tutto serve alla fine, frau Merkel.

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