domenica 15 aprile 2018

Le barbare necessità

L'intervento militare in Siria della scorsa notte degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia è stato giustificato dalla "necessità di fermare la barbarie" di Assad. 
Dalla prima Guerra del Golfo ad oggi, si potrebbero citare innumerevoli barbarie perpetrate ai danni di civili inermi da parte della "righteous power" statunitense e dei suoi alleati. Anzi, le supposte armi chimiche di Saddam - che giustificarono l'intervento la seconda volta nel 2003 - non sono mai state trovate, mentre sicuri furono i bombardamenti americani al fosforo bianco a Fallujah. Ugualmente oggi: si giustifica l'intervento armato perché Assad avrebbe usato armi chimiche, mentre Amnesty International ha accusato l'esercito americano di aver usato ancora una volta armi al fosforo bianco in Siria. 
Si obietterà che quegli attacchi sono necessari. Dunque, la discriminante non è nella barbarie, perché i civili trucidati sotto le bombe alleate non muoiono di meno. La discriminante è la "necessità". Ma anche Assad ha le sue necessità, così Putin, e tutti gli attori in commedia. Cosa discrimina, allora, una necessità giusta da una sbagliata? In questo caso la presunta libertà e felicità dell'afflitto popolo siriano - fu così anche per Saddam e per Gheddafi. Una libertà ed una felicità contese a suon di bombe e crimini contro l'umanità, da tutte le parti in causa.
In verità la libertà e la felicità altrui non hanno mai armato alcun esercito, ma ben altri interessi. Inoltre, gli interventi in Iraq ed in Libia non hanno pacificato affatto quei paesi. Un bambino sotto i cieli della Siria non si chiede che nazionalità abbiano quelle bombe, ma se qualcuno risparmi lui e la sua famiglia. 




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