venerdì 25 settembre 2020

Democrazia diretta un cazzo


Il Movimento Cinque Stelle ha un merito innegabile: quello di aver incanalato l'avversione legittima degli italiani verso la politica in una forma democraticamente sostenibile in un periodo di forte crisi della rappresentanza da parte dei due storici schieramenti parlamentari. Quel Movimento immaturo, nato da una protesta più che da una proposta, ha avuto vita facile nel corpo vivo di un paese agonizzante. O
ggi che tale soggetto politico è divenuto protagonista della vita pubblica del paese, il pressappochismo, le fastidiose note di qualunquismo e le ingenuità, inevitabili in un Movimento sorto dal nulla come quello, ne minacciano il futuro. I numeri impietosi delle elezioni amministrative sono solo l'ultimo campanello d'allarme di un Movimento che non è capace di sopravvivere a se stesso.
Il nervosismo che traspare dalle dichiarazioni  post voto delle "diverse anime" che lo compongono tradisce, ancora una volta, una reazione epidermica e istintiva e una mancanza di quella re-visione profonda che, potenzialmente, il Movimento incarnava al suo nascere. Tra le tante incaute dichiarazioni, quelle che fanno più rumore sono sicuramente quelle del fondatore del Movimento. Nel commentare la disfatta elettorale, Beppe Grillo ha riesumato un vecchio mantra del Movimento, forse il più emblematico di tutti, cioè di non credere nella democrazia rappresentativa, ma nella democrazia diretta. La coerenza non c'entra in questo caso, c'entra più l'inettitudine all'autocritica, come colui che perdendo al gioco rovescia il banco asserendo che questo fosse truccato. Un cambio di paradigma legislativo come quello auspicato dal garante Cinque Stelle non è deleterio in sé, ma andrebbe fatto a valle di un trentennale processo di investimenti nella scuola, nella cultura, e nella ricerca. Alla luce della situazione dell'Italia di oggi, culturalmente devastata da decenni di governi di una destra populista e di una sinistra smemorata, "l'uno vale uno" su cui si fonda l'idea di democrazia diretta sponsorizzata da Grillo è pura demagogia autolesionista. Avrebbe senso in un paese serio, che investe regolarmente percentuali consistenti del proprio PIL sulla crescita culturale dei propri cittadini. Purtroppo i dati statistici europei al riguardo ci vedono ormai cronicamente in fondo alla classifica, conseguenza per cui siamo di gran lunga il paese con la popolazione più stupida d'Europa. Tutte le rilevazioni sull'analfabetismo funzionale nei paesi occidentali degli ultimi anni vedono l'Italia tristemente in cima alle classifiche. La riprova è il consenso smisurato di cui gode la propaganda leghista, che si giova meschinamente dell'ignoranza che ammorba l'italiano medio.
Dunque, "uno vale uno" in Finlandia, non in Italia. Per un Mattarella ci sono decine di migliaia di Razzi in giro, ed è tutta gente che sentenzia e vota. Ogni paese ha la classe politica che si merita. Il problema dell'Italia si configura, quindi, come il più classico cane che si morde la coda: finché le masse saranno ignoranti voteranno politici ignoranti, e una classe politica ignorante non investirà mai sull'acculturazione delle masse. Dunque, la soluzione a questo annoso problema non potrà mai venire dal basso, come auspicato dall'ala più intransigente del Movimento Cinque Stelle, ma dall'alto.
Beppe Grillo, che sfasciava i PC durante i suoi spettacoli tanti anni fa, si è convertito sulla strada di Casaleggio ed è stato ammaliato dalle potenzialità della rete, senza la quale le sue idee e le sue proposte per il paese non sarebbero mai arrivate in Parlamento. Questa infatuazione verso la rete si è però presto tramutata in fede incondizionata, come quegli amanti che stentano a vedere il tradimento della persona amata nonostante l'evidenza dei fatti. Il buon senso consiglierebbe al Movimento di fare marcia indietro al riguardo, investendo nella selezione e formazione dei propri rappresentanti e non scaricando la responsabilità delle gravose scelte che spettano alla politica su una popolazione sguarnita dei più elementari strumenti critici. Sarebbe la pietra tombale sul declino del nostro paese. La libertà dai mostri del presente si conquista solo attraverso la cultura diffusa a tutti gli strati della popolazione, promossa da una classe politica illuminata e lungimirante. La piattaforma "Rousseau", strumento di democrazia diretta escogitato dal Movimento, andava bene agli inizi, per le beghe di condominio; per governare la nazione servono politici preparati e seri, rappresentanti delle migliori aspirazioni e sogni dell'Italia che verrà.


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